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Parliamo delle elezioni per l’Assemblea Nazionale del Venezuela

Il 6 dicembre 2020 si sono svolte le elezioni per l’Assemblea Nazionale del Venezuela. L’Unione Europea ha chiesto che le elezioni fossero rimandate, rifiutandosi di inviare i propri osservatori internazionali. L’Unione Europea, seguendo fedelmente gli Stati Uniti, ha inoltre inflitto al Venezuela brutali sanzioni che provocano gravi sofferenze al suo popolo, il quale in tempi di epidemia si ritrova così a dover fare i conti anche con una penuria di medicinali e materiale sanitario.
Tuttavia da tutto il mondo sono giunti osservatori internazionali nel Paese. Anche il Consiglio Mondiale per la Pace (World Peace Council) ha inviato i suoi osservatori da quattro continenti, tra cui un rappresentante del Comitato Contro La Guerra Milano.
L’Unione Europea e il nostro Paese devono riconoscere il diritto sovrano del popolo venezuelano ad esprimersi attraverso il voto, per l’elezione del proprio Parlamento che è l’Assemblea Nazionale.

In questo video ne parliamo con il nostro osservatore internazionale:

Qui ne parliamo con il Console Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Milano, Giancarlo Di Martino:

Dopo il voto in Venezuela ne discutiamo con il Console di Milano

Il 6 dicembre 2020 si sono svolte le elezioni per l’Assemblea Nazionale del Venezuela. L’Unione Europea ha chiesto che le elezioni fossero rimandate, rifiutandosi di inviare i propri osservatori internazionali. L’Unione Europea, seguendo fedelmente gli Stati Uniti, ha inoltre inflitto al Venezuela brutali sanzioni che provocano gravi sofferenze al suo popolo, il quale in tempi di epidemia si ritrova tra l’altro a dover fare i conti anche con una penuria di medicinali e materiale sanitario.

Tuttavia da tutto il mondo sono giunti osservatori internazionali nel Paese. Anche il Consiglio Mondiale per la Pace (World Peace Council) ha inviato i suoi osservatori da quattro continenti, tra cui un rappresentante del Comitato Contro La Guerra Milano.

L’Unione Europea e il nostro Paese devono riconoscere il risultato delle elezioni venezuelane che hanno portato all’elezione dell’Assemblea Nazionale, corrispondente alla nostra Camera dei Deputati. Il popolo sovrano del Venezuela ha esercitato legittimamente il proprio diritto di voto, nonostante le ingerenze degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

Ne discuteremo con il Console Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Milano, Giancarlo Di Martino.

E’ anche previsto, salvo problemi legati al viaggio di ritorno ed alla connettività, il collegamento con il nostro osservatore internazionale.

Venerdì 11 dicembre ore 18.30, in diretta sulla pagina Facebook del Comitato Contro La Guerra Milano: www.facebook.com/comitato.milano.5

Evento FB: www.facebook.com/events/199261698487479

Dichiarazione del WPC in Venezuela come osservatore internazionale alle elezioni

Dichiarazione della delegazione del World Peace Council in Venezuela in occasione della partecipazione come osservatori internazionali alle elezioni parlamentari venezuelane

6 dicembre 2020 – Su invito del Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela (CNE), una delegazione del Consiglio Mondiale per la Pace (World Peace Council – WPC) ha visitato il Paese e ha partecipato come osservatore internazionale alle Elezioni Parlamentari del 6 dicembre 2020. È stata un’opportunità stimolante per noi, testimoni di una delle elezioni più democratiche e libere del mondo.

Dopo ripetuti tentativi di colpo di Stato, sabotaggi, trame e un blocco disumano da parte delle nazioni imperialiste degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e dei loro alleati reazionari in America Latina (Gruppo di Lima), volti a delegittimare e rovesciare la Rivoluzione Bolivariana e il governo del Venezuela nella terra natale di Simon Bolivar, il popolo rivoluzionario venezuelano ha dimostrato, ancora una volta, di difendere  con fermezza il diritto di decidere autonomamente sulle proprie questioni interne, nonostante tutte le pressioni imperialistiche, antidemocratiche e disumane e le interferenze esterne.

Il 6 dicembre, la nostra delegazione ha potuto osservare il processo di voto in molti seggi elettorali di Caracas. Ciò a cui abbiamo assistito in ognuno di questi centri sono state lunghe file di persone molto entusiaste che aspettavano con impazienza di votare e uno staff elettorale estremamente scrupoloso e disponibile, che ha fatto di tutto per aiutare i cittadini a esprimere il proprio voto nel modo più efficiente e trasparente, adottando in ogni momento tutte le misure precauzionali per proteggere la salute degli elettori dal virus COVID-19. Questa elezione è stata una chiara manifestazione della partecipazione di massa e di diversità delle parti coinvolte. È stato un vero rifiuto di tutti i falsi proclami, in particolare fatti dal governo degli Stati Uniti, sulla “dittatura presidenziale” e sulla “mancanza di democrazia” in Venezuela.

Lasciamo questa terra di Simón Bolivar e il suo popolo del tutto fiduciosi del fatto che i venezuelani, con il sostegno e la solidarietà di tutte le forze antimperialiste e amanti della pace ovunque nel mondo, saranno in grado di continuare e rafforzare la lotta contro le politiche dell’imperialismo e dell’oligarchia locale, in modo che il popolo sia il legittimo padrone e titolare del proprio benessere e destino.

Ancora una volta, esprimiamo la nostra profonda solidarietà internazionalista all’eroico popolo del Venezuela e alle loro organizzazioni di massa, ringraziando l’Istituto Simón Bolivar (ISB) ed il Comitato per la Solidarietà Internazionale e la Lotta per la Pace-COSI, membro del WPC, per la loro calorosa ospitalità.

I membri della delegazione del World Peace Council:
— Bahman Azad, U.S. Peace Council, USA
— Monisha Rios, U.S. Peace Council, Puerto Rico
— Chris Matlhako, South African Peace Initiative
— Luis Cisneros, Movement for Peace and Development of Mexico
— David Denny, Caribbean Movement for Peace and Integration, Barbados
— Marcello Gentile, Comitato Contro La Guerra Milano, Italy

Traduzione a cura del Comitato Contro La Guerra Milano

Fonte WPC: http://www.wpc-in.org/statements/statement-wpc-delegation-venezuela-occasion-serving-international-observers-venezuelan

Breve report da Caracas del Comitato Contro La Guerra Milano

Caracas, domenica 6 dicembre 2020 – Fino alle ore 18,00 della giornata odierna, il popolo venezuelano è chiamato al voto per rinnovare l’Assemblea Nazionale (Parlamento). Questa tornata elettorale si sta svolgendo dopo che l’Assemblea Nazionale è arrivata alla sua scadenza naturale di 5 anni, come da Costituzione.

Nonostante il preannunciato diniego da parte degli USA e dell’Unione Europea di riconoscere la legittimità dell’A.N. che sarà eletta, in un clima tranquillo e nel rispetto del protocollo anti-Covid19, il popolo venezuelano si sta recando ordinatamente alle urne.

Come osservatore internazionale non ufficiale, visto il rifiuto della UE di riconoscere queste elezioni, ho potuto constatare la sicurezza del sistema elettorale venezuelano e la bassa probabilità, a differenza di altri Paesi cosiddetti “democratici”, che si verifichino frodi. Come è stato constatato negli anni dagli esperti elettorali nel mondo, i quali considerano il sistema venezuelano tra i migliori.

É un sistema elettronico con verifica manuale. Come in Italia, ogni seggio ha il suo registro elettorale con la lista degli aventi diritto. Prima di entrare in cabina l’elettore viene registrato e, affinché si sblocchi il macchinario elettronico per il voto, deve fare la verifica dell’impronta digitale. Se l’elettore ha già votato, oppure non è abilitato per il voto per qualsiasi ragione, il sistema per la verifica dell’impronta lo segnala ai funzionari del seggio e mantiene il macchinario per il voto bloccato, altrimenti l’elettore entra in cabina. Una volta in cabina votare è facile ed intuitivo. Il sistema elettronico mostra i simboli dei vari partiti o dei cartelli elettorali presenti, si clicca sul simbolo desiderato, così compaiono i nomi dei candidati collegati alla lista e si sceglie il preferito o nessuno come accade in Italia.

Prima di inviare il proprio voto, la macchina ti dà la possibilità della verifica: se si ritiene che tutto sia corretto si procede con l’invio del voto e la sua stampa, l’elettore chiude la scheda al pari di una nostra scheda elettorale e, in modo che sia visibile il logo del CNE (Consiglio Elettorale Nazionale), la pone nell’urna. Questo accade perché negli anni scorsi, nel tentativo di sabotare le elezioni da parte dell’opposizione, taluni al posto di inserire nell’urna la stampa del voto, vi inserivano altro. Infine l’elettore pone la sua impronta digitale sul registro e firma per certificare di aver votato. Con questo sistema si conoscono già i risultati del voto elettronico poco dopo la chiusura dei seggi, responso che poi diverrà ufficiale soltanto dopo le verifiche manuali.

Nei seggi, noi osservatori siamo stati accolti con cortesia, con volontà di collaborazione e con la curiosità e la disponibilità a discutere o semplicemente a chiacchierare da parte degli elettori.

Attendiamo dalle ore 20,00 i risultati dell’affluenza e nella notte i risultati di queste elezioni.

Gli Stati Uniti ammettono il tentativo di colpo di Stato contro il Venezuela

Pubblichiamo la traduzione di una importante testimonianza dei rappresentanti statunitensi (il senatore democratico Chris Murphy e il diplomatico repubblicano Elliott Abrams*), i quali ammettono di aver promosso e coordinato il tentativo di colpo di Stato del 2019 contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, in cui si cercò di rovesciare il legittimo Presidente Nicolás Maduro a favore dell’autoproclamato Juan Guaidó.

« Washington, martedì 4 agosto 2020 –  Nel corso di un’audizione della commissione sul Venezuela, il senatore dei democratici Chris Murphy, membro della Commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, ha sollecitato il rappresentante speciale del Dipartimento di Stato americano per il Venezuela, il repubblicano Elliott Abrams, riguardo alla disastrosa politica dell’amministrazione nei confronti del Venezuela.

CHRIS MURPHY: “Dobbiamo precisare che la nostra linea politica sul Venezuela nell’ultimo anno e mezzo è stata un completo disastro. E se non siamo onesti su questo, non possiamo correggerci. Dobbiamo ammettere che la nostra grande partita, cioè riconoscere Guaidó fin dall’inizio e poi muoverci rapidamente per attuare le sanzioni, non ha funzionato. Tutto quello che abbiamo ottenuto è stato rafforzare il ruolo di Russia e Cuba in Venezuela e permettere a Maduro di dipingere Guaidó come un buffone americano. E molti di noi avevano avvertito che ciò sarebbe potuto accadere.”

“Avremmo potuto avanzare la possibilità del riconoscimento statunitense o delle sanzioni come leva. Avremmo potuto dedicare più tempo cercando di porre sulla stessa linea gli alleati europei e altri partner. Avremmo potuto spendere più tempo per cercare di dialogare o neutralizzare la Cina e la Russia prima di metterle in un angolo, un angolo dal quale non si sarebbero mosse. Ma tutto ciò che abbiamo fatto è stato giocare tutte le nostre carte da subito e questo non ha funzionato. E da allora è stato solo un imbarazzante errore dopo l’altro.”

“In primo luogo, abbiamo pensato che convincere Guaidó a dichiararsi presidente sarebbe stato sufficiente per rovesciare il regime. Poi abbiamo pensato che sarebbe bastato collocare gli aiuti alla frontiera. Poi abbiamo cercato di organizzare una sorta di colpo di Stato, nell’aprile dello scorso anno, ma ci si è ritorto contro quando tutti i generali che avrebbero dovuto rompere con Maduro decisero di restare con lui, alla fine.”

“Abbiamo minato i colloqui con la Norvegia la scorsa estate e poi, questo marzo, abbiamo presentato un disegno di transizione che, francamente, è quasi la copia carbone di quello che era stato sottoposto alle parti l’anno scorso. E ora, dopo aver sprecato tutto questo tempo, siamo impantanati con le elezioni in arrivo e, come abbiamo detto oggi, Guaidó e l’opposizione si rifiutano di parteciparvi. E quindi ci stiamo per trovare nella condizione di riconoscere qualcuno come leader del Venezuela il quale non controlla il governo, non dirige le forze armate e non ricopre nemmeno una carica. E non possiamo farlo tramite altri uffici.”

“Cosa succederebbe se, a sei mesi da oggi, emergesse qualcun altro, più legittimo di Juan Guaidó, come voce per l’opposizione? Quali criteri possiamo utilizzare per riconoscere qualcuno di nuovo? O Juan Guaidó sarà il leader riconosciuto del Venezuela in modo permanente, a prescindere dalle condizioni sul campo?”

ELLIOTT ABRAMS: “Penso che la situazione di Guaidó sia unica perché è il presidente dell’Assemblea nazionale. Adesso avranno elezioni corrotte, che nessuno, nessun paese democratico, penso, riconoscerà. E quell’elezione corrotta, quella frode non cambierà lo status di Guaidó. Non credo che troverai nessuno nella dirigenza dell’opposizione che affermerà il contrario. Inoltre, vorrei solo dire, Senatore, lei sa che non era il voto di fiducia che avrei voluto nella linea politica.”

CHRIS MURPHY: “Eppure, una settimana fa, lei ha detto che l’unica cosa di cui parleremmo con Maduro è la sua rimozione dal potere. Saremmo disposti, come Stati Uniti d’America, a una discussione con Maduro, in cui rimane al potere transitoriamente, verso un’elezione che sia effettivamente libera e giusta? Perché francamente, anche se non fosse al potere, non vi sarebbe alcuna garanzia che i suoi alleati non possano truccare un’elezione. Allora perché non siamo aperti a questo come possibile percorso da seguire?”

ELLIOTT ABRAMS: “Perché non crediamo che una libera elezione in Venezuela sia possibile con Maduro al potere, al comando dell’esercito, al comando della polizia, al comando delle bande Colectivos, con due o tremila agenti dell’intelligence cubana. Non vediamo la possibilità di elezioni libere.”»

Video da RT: https://www.facebook.com/watch/?v=307935547315240

Traduzione e sottotitoli a cura del Comitato Contro La Guerra Milano

* Per approfondimenti sulla figura di Elliott Abrams, già noto per il suo coinvolgimento nello scandalo Iran-Contra durante l’amministrazione Reagan e fresco di nomina in qualità di rappresentante speciale USA per l’Iran: https://youtu.be/7ykcPdSCL1k