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MILANO Venerdì 23 ottobre, ore 21, presso la Camera del Lavoro, non mancate!

SOSTIENI BAHAR KIMYONGUR

Occorre dare forza con un folto numero di adesioni alla petizione contro l’estradizione richiesta dalla Turchia, pendente ancora sulla testa di Bahar Kimyongur.
Raccomandiamo il massimo sforzo, poiché questo comporterà, la dovuta considerazione del giudice nel valutare se soddisfare quanto il governo turco sta chiedendo alla giustizia italiana: l’estradizione per Bahar.
Teniamo presente che del contesto fa parte anche, per una volta virtuosamente, l’azione della giustizia turca che si sta sviluppando verso i membri del governo di Ankara, accusati di gravi atti di corruzione. Come dire: stiamo noi tutti agendo in un momento in cui il governo di Erdogan si dibatte in grave difficoltà (leggi qui), lo testimoniano le manifestazioni di indignazione popolare, che ne chiedono le dimissioni, nelle principali città turche.

Segnaliamo che dalle 1500 persone circa sotto indicate, in brevissimo tempo si è superata la soglia delle 2000 firme.

In Marcia! In poche ore, quasi 1500 persone hanno firmato la petizione contro l’estradizione di Bahar su www.freebahar.com. Partecipate al movimento e ampliatelo: firmate la petizione online e cconvincete i vostri amici e compagni a fare altrettanto.

Bahar Kimyongür: “Mes avocats turcs ont été torturés”

En janvier dernier, mes avocats turcs Me Selçuk Kozagaçli et Me Taylan Tanay ont été arrêtés par la police à Istanbul sous prétexte de faire partie d’un mouvement politique illégal, celui-là même qui me vaut d’être aujourd’hui pourchassé en Europe.

Me Taylan Tanay a été arrêté dans les locaux de l’Association des
juristes progressistes (CHD) dont il préside la section stambouliote
tandis que le directeur de cette même association Me Selçuk Kozagaçli à été appréhendé à l’aéroport d’Istanbul à son retour d’une mission d’enquête en Syrie sur les crimes terroristes commis par les groupes djihadistes protégés et armés par le régime d’Ankara.

Visiblement, les autorités turques n’apprécient guère que l’on critique leur politique étrangère et encore moins leur soutien au terrorisme international qui ravage la Syrie.

La semaine dernière, le site d’information alternatif Bianet a publié
des photos qui indiquent que Me Selçuk Kozagaçli a subi des mauvais traitements voire des tortures durant sa garde à vue.

http://www.bianet.org/english/human-rights/151788-photos-reveal-torture-on-advocate-kozagacli

Si des avocats, en l’occurrence les miens, sont torturés en Turquie, que risque-t-on de me faire subir au cas où les autorités italiennes venaient à m’extrader vers ce pays ?

Le 24 décembre prochain, commencera le procès de MM. Kozagaçli et Tanay ainsi que de sept autres avocats inculpés dans la même affaire et emprisonnés depuis près d’un an.

Je vous demande de soutenir la campagne pour leur libération, entre autres en signant la pétition suivante :

http://www.change.org/petitions/avukatim-meslektaşim-derhâl-serbest-birakilsin-release-my-lawyer-colleague-right-now?share_id=IapCuFxaqm&utm_campaign=share_button_action_box&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition

Brescia. Lunedi si discute della libertà di Bahar Kimyongur

da Contropiano.org

Oggi alle ore 11.00, axfbfa72da91aed3b3102bc8805df3faed_L.jpg.pagespeed.ic.JgAaGBcOvNl tribunale di Brescia è prevista l’udienza per la revoca della detenzione dell’attivista politico turco Bahar Kimyongur. La Corte d’Appello chiederà a Bahar “se intende essere estradato in Turchia” (sic!). In contenporanea è’ stato convocato un presidio di solidarietà con Bahar presso il tribunale di Brescia in via Gambara 40. A Firenze sabato pomeriggio alcune decine di  compagni solidali con Bahar, attualmente rinchiuso nel carcere di Bergamo, si sono dati appuntamento sotto la Prefettura nel centro di Firenze. Lo striscione che hanno esposto su via Cavour recitava “Libertà per Bahar e per tutti i  prigionieri politici”, mentre alcuni di loro distribuivano un volantino ai passanti. Il 26novembre il deputato di Sel Arturo Scotto ha presentato una interrogazione parlamentare sull’arresto di Bahar.

Giovedì 21 novembre scorso, la Digos di Bergamo ha arrestato il compagno Bahar Kimyongur, di origini turche ma da anni abitante in Belgio, in base ad una richiesta di estradizione da parte della Turchia. Bahar era appena arrivato all’aeroporto Bergamo, proveniente da Bruxelles: il motivo della sua venuta in Italia era partecipare a due incontri pubblici sulla situazione in Medio Oriente, da tenersi il primo a Monza, presso il F.O.A. Boccaccio e il giorno successivo a Padova, in un’aula dell’università.

Bahar Kimyongur è un militante antimperialista, da molto tempo attivo nella solidarietà con i prigionieri politici in Turchia e nell’opposizione alle politiche del regime turco, soprattutto rispetto alla repressione sul fronte interno e all’espansionismo sul fronte esterno, nell’area mediorientale. Attualmente animava il Comitato contro l’ingerenza in Siria, rendendosi protagonista della lotta contro la guerra imperialista, condotta per procura – armando i cosiddetti “ribelli” – e direttamente dalle potenze della Nato, Turchia in primis, da Israele e dai regimi arabi reazionari (Arabia Saudita, Qatar, Giordania…).

Per questa sua militanza è già stato incarcerato in Olanda, Belgio – dove è stato processato e infine assolto in quanto gli era stata attribuita l’appartenenza al gruppo comunista turco Partito – Fronte di Liberazione del Popolo Rivoluzionario (DHKC-P) e, quest’estate, in Spagna, ove si trovava in vacanza con la famiglia, sempre per l’estradizione richiesta dalla Turchia.  L’udienza di oggi dovrà decidere se liberare Bahar, trasferirlo ai domiciliari o nel carcere di Rossano Calabro in attesa del giudizio sull’estradizione richiesta dalla Turchia.

Fermato a Milano Bahar Kimyongür. Italia serva della Turchia

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da Contropiano.org

Bahar Kimyongür, giornalista turco residente in Belgio e da tempo impegnato a denunciare il coinvolgimento del governo Erdogan nella guerra in atto in Siria, è stato arrestato stamane al suo arrivo in Italia, all’aeroporto di Milano, per una conferenza internazionale sui fatti siriani e rinchiuso nel carcere di Bergamo. Bahar collabora da tempo con il gruppo di giornalisti del sito belga di Michel Collon. Il governo turco lo persegue come militante di gruppi di sinistra. Dunque Roma ha preso ordini da Ankara?  La vera e propria persecuzione politica del regime turco contro Bahar va avanti ormai da anni. Prima in Belgio dove è stato in carcere diverso tempo, poi in Spagna dove poco tempo fa si era recato in vacanza. Adesso èa accaduto anche in Italia. Bahar è stato portato in giudizio sulla base della legislazione anti-terrorismo del Belgio, è stato condannato in primo grado di giudizio nel febbraio 2006 e in appello nel novembre 2006, poi assolto nel 2007 e nel 2009 a seguito delle sentenze di Cassazione che hanno annullato le sentenze precedenti.

Più dettagli su Bahar e sulle accuse senza basi qui:http://www.michelcollon.info/Bahar-Kimyongur-Erdogan-s-acharne.html
Bahar da anni è oggetto di ripetute richieste di estradizione da parte della Turchia.
All’affare DHKP-C e al caso Kimyongür è stato dedicato il film “Résister n’est pas un crime – Resistere non è un crimine”, un documentario di Marie-France Collard, F.Bellali e J.Laffont, che ha conseguito il Premio Speciale della Giuria al Festival Internazionale del Film sui Diritti dell’Uomo (FIFDH) 2009 di Parigi.