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Mostra “Caesar”: cosa ci tocca vedere a Milano. Il sindaco Sala ha nulla da dire?

Comunicato del Comitato Contro La Guerra Milano sulla mostra “Nome in codice Caesar”

Da venerdì 3 marzo giunge anche a Milano la mostra “Nome in codice Caesar: detenuti siriani vittime di tortura”, con il Patrocinio del Comune di Milano.

La stessa mostra era stata proposta, la scorsa primavera, alla Camera e al Senato della Repubblica, ma non accettata, poiché serve solo a “scatenare reazioni emotive facilmente strumentalizzabili”, aggiungiamo noi, finalizzate ad accusare il legittimo Governo della Repubblica Araba di Siria di “crimini contro l’umanità”.

I promotori di queste campagne, sono gli stessi che hanno giustificato e fiancheggiato i bombardamenti all’Iraq e alla Libia, motivati con “i falsi”, ampiamente dimostrati, dei bimbi Kuwaitiani uccisi nelle incubatrici da Saddam Hussein, o delle fosse comuni di Gheddafi e altre falsità, ormai conosciute in tutto il mondo, fino ad arrivare alle “famose” provette di antrace mostrate all’ONU dall’allora Segretario di Stato USA, Generale Colin Powell, di cui, persino lo stesso ex Primo Ministro britannico, Tony Blair, dovette scusarsi di fronte al mondo.

Tra i principali finanziatori di “Caesar” compare lo stesso Qatar, paese che, con Arabia Saudita e Turchia, è tra i principali sponsor delle bande armate islamiste della cosiddetta “opposizione siriana”, ISIS inclusa (a cui l’appoggio di questi paesi è ora conclamato), che dal 2011 hanno messo a ferro e fuoco la Siria e il vicino Iraq, provocando centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi in esodo verso l’Europa.

Per approfondimenti sulla mostra “Caesar” si legga il report di SibiaLiria e L’Antidiplomatico (Report sull’attendibilità delle “Foto di Caesar” e sulla relativa mostra).

Questi approfondimenti legittimano il sospetto che molte di esse non raffigurino “ribelli uccisi da Assad”, ma “poliziotti e soldati uccisi dai ribelli”.

E’ preoccupante il sostegno che la mostra ha ricevuto dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, è inoltre oltraggioso e dannoso il Patrocinio del Comune di Milano, città simbolo della lotta per la Liberazione dal nazifascismo.

Chiediamo, quindi, spiegazioni all’Amministrazione del Comune di Milano, segnatamente nelle figure del Sindaco Sala e dell’Assessore Majorino, delle ragioni per cui hanno deciso di patrocinare questa mostra, vista la scarsa credibilità della stessa ed anche visto che all’interno della mostra si sono tenuti dibattiti dove hanno avuto modo di pontificare soggetti ripresi in trasmissioni televisive e più volte fotografati in manifestazioni di piazza a fianco di elementi jihadisti, come ad esempio Haisam Sakhanh (https://youtu.be/8VXykI1OGjQ), appena condannato all’ergastolo dalla procura di Stoccolma, poiché colpevole di una esecuzione sommaria, nel corso della quale venivano  assassinati 7 prigionieri, soldati di leva dell’esercito regolare siriano; la condanna all’ergastolo è stata inflitta poiché è stata dimostrata l’aggravante della particolare ferocia e crudeltà del crimine, che pone questo episodio fuori dal diritto internazionale. Si consideri che Sakhanh appare in molte fotografie con armi di ogni tipo. Infine riteniamo opportuno che, dopo questa offesa alla città, l’Amministrazione del Comune di Milano porga le sue scuse, prendendo atto della leggerezza con cui ha agito in questa occasione, laddove le scuse non arrivassero, sarebbe lecito pensare che, come gli amici di Sakhanh, anche l’Amministrazione Comunale sia fortemente condizionata dai rapporti che il Qatar intrattiene con settori economico-finanziari della città di Milano.

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A Milano accade anche questo

Dal Daily Mail e dal Stockholms Tingsratt apprendiamo che Haisam Omar Sakhanh, giunto in Svezia nel 2013 sotto mentite spoglie (come profugo), dopo circa 3 anni, nel marzo 2016, viene catturato e sottoposto a custodia cautelare. Ieri il Tribunale di Stoccolma  ha emesso la sua sentenza condannandolo alla pena dell’ergastolo. Costui, che ha risieduto anche a Cologno, nel maggio 2012 ha partecipato all’assassinio di 7 soldati dell’Esercito Arabo Siriano. Di seguito le immagini per le quali si è giustificato sostenendo di avere eseguito ordini impartitigli, in conformità con la sentenza di un … tribunale islamico riconosciuto.
Quale sia il tribunale che abbia emesso una simile sentenza non è ancora dato sapere.
Per certo sappiamo che Haisam Omar Sakhanh in quel tempo ha fatto parte del Firqat Suleiman el-Muqatila, una banda armata islamista, un gruppo jihadista insomma.

Ma nell’ottobre del 2011, nella trasmissione di Gad Lerner, cosa ci faceva Haisam Omar Sakhanh? Era lì in supporto a Shady Hamadi… tra bandiere con le tre stelle rosse che erano quelle del Free Syrian Army, il cosiddetto libero esercito siriano. Non sapeva davvero Shady Hamadi che di lì a poco Haisam Omar Sakhanh sarebbe partito compiendo quelle imprese per cui è stato condannato all’ergastolo? Indubbiamente essere giudicato a Stoccolma va considerato come un bonus. Non possiamo escludere che tra una decina di anni sia di nuovo in libertà; il delitto compiuto in questione ha tratti di particolare crudeltà.
A voi il link della trasmissione di Gad Lerner: https://youtu.be/YpQbd2_pHqk
Purtroppo è evidente che questo tema andrà ripreso e affrontato qui a Milano. In trasmissione Hamadi ha dichiarato di essere di Sesto… Haisam Omar Sakhanh era residente a Cologno. E molto ancora ci sarebbe da dire ma per ora si è aperta solo in parte la finestra. Successivamente ci ritorneremo.

Tre associazioni firmano un appello contro la distruzione di Siria, Iraq e Medioriente

L’urgenza è assoluta. L’avanzata mortale del sedicente Stato islamico e di altri gruppi fanatici in Siria e Iraq – ma anche in Yemen – può finire di uccidere il Medioriente ed è il frutto della complicità e cecità dei paesi Nato e delle petromonarchie loro alleate. Il documento che segue, firmato da tre organizzazioni di attivisti e fondato su fatti inequivocabili, intende lanciare l’allarme. Si rivolge a tutti. Tutti possono agire. Basta con l’inerzia degli ultimi anni. I popoli e i movimenti devono far pressione sui governi coinvolti in questa immane tragedia affinché si dissocino e boicottino chi l’ha provocata e ne è tuttora complice diretto o indiretto. Ma ci rivolgiamo anche ai paesi non occidentali (popoli e governi), affinché prendano in mano la situazione, isolando appunto i responsabili diretti e indiretti. (Marinella Correggia)

Dunque l’Occidente vuole che l’Isis prenda Siria, Iraq, Yemen…?  L’evidente incapacità della sedicente “coalizione internazionale anti-Isis” di fronte all’avanzata di terroristi – non solo Isis – in Siria e Iraq è forse frutto di una strategia? Il ministro Alfano ha detto in Parlamento: “Facciamo parte della grande comunità occidentale che combatte al meglio il terrorismo”. Doveva dire: “La comunità occidentale che aiuta al meglio il terrorismo”.


Perché in Iraq a Ramadi nella provincia di Anbar la sedicente coalizione anti-Isis non è riuscita a fermare con bombardamenti aerei una visibilissima e isolata colonna motorizzata di terroristi armati nel deserto iracheno? Come mai gli Usa hanno intimato giorni fa al governo iracheno di respingere nelle retrovie le milizie sciite anti-Isis, e lo stesso è accaduto a Tikrit?

Come mai l’Italia non vede quel che sta succedendo a Palmira e in tante altre parti della Siria dove l’avanzata dei terroristi lascia una scia di assassini settari? Come mai non vede che se le forze jihadiste prenderanno il paese, la mattanza in corso si estenderà dappertutto assumendo dimensioni inimmaginabili di vendetta settaria e catastrofe umanitaria? Presto non ci sarà un luogo dove fuggire. L’unica forza residua che può contrastare questa funesta prospettiva è il governo e l’esercito siriano, in grave difficoltà per la mancanza di rifornimenti e – ormai – la scarsità di uomini. Quindi esortiamo i governi coinvolti a far prevalere la ragione. Mettere da parte ogni considerazione di natura politica e salvaguardare la vita umana: il pericolo che incombe non è solo un pericolo per i siriani, è un pericolo per tutti, è il pericolo che diciamo a parole di voler fronteggiare anche nei nostri paesi. Bisogna togliere dall’agenda l’obiettivo di rovesciare il governo siriano.

Perché invece l’Occidente lavora per indebolire l’esercito siriano, avversario dell’Isis,addestrando i gruppi armati islamisti – lo fanno gli Usa in Turchia e Giordania con la coalizione di salafiti, al Nusra, Fratelli musulmani detta Esercito della Conquista che controlla Idlib?

Perché l’Italia e i paesi occidentali non interrompono le collusioni dirette e indirette che favoriscono l’avanzata delle forze jihadiste in Siria e Iraq, dove diversi membri della sedicente coalizione anti-Isis (Arabia saudita, Turchia, Qatar, Stati uniti) continuano ad appoggiare – violando oltretutto il diritto internazionale l’avanzata di gruppi terroristi rifornendoli di armi e denaro, facendoli passare attraverso le frontiere, addestrandoli? Del resto da documenti statunitensi de-secretati, questa strategia in funzione antiAssad era già portata avanti dall’Intelligence Defence Agency nel 2012

Perché il sedicente “Gruppo di lavoro per il contrasto al finanziamento dello Stato islamico”presieduto da Arabia Saudita, Italia e Stati uniti non fa nulla?  Doveva contrastare lo sfruttamento delle risorse della regione (petrolio, beni archeologici, depositi bancari trafugati), interrompere il flusso di fondi dall’estero (donazioni o riscatti). In due mesi ha forse fatto il contrario? L’Isis ottiene quel che vuole ed “esporta” petrolio. A chi?

Perché l’Italia ha come primo acquirente di armi l’impresentabile Arabia saudita con il rischio che i sauditi regalino armi italiane all’Isis o ad altri gruppi terroristi?  Secondo lo stesso ex ambasciatore statunitense in Siria Robert Ford, ha praticamente fondato – con consenso Usa – l’Isis nella regione per destabilizzare Siria e Iraq, alleati dell’Iran.

Perché l’Italia non si è opposta ai bombardamenti dell’Arabia saudita sullo Yemen che hanno causato moltissimi morti civili e danni enormi in un paese povero, favorendo al Qaeda? Perché l’Italia continua a essere complice della distruzione di interi paesi?

Perché la sedicente Coalizione anti-Daesh raduna i padrini di tutte le al Qaede, Stati che hanno alimentato, protetto, foraggiato, politicamente agevolato i gruppi terroristi? Prima con la guerra di Bush in Iraq. Poi con la guerra della Nato in Libia nella quale la Nato fece da aviazione a gruppi estremisti poi migrati nell’Isis . Poi con il sostegno a “ribelli” siriani.

Rete No War
Coordinamento nazionale SiriaPax
Assadakah Centro italo-arabo e del Mediterraneo

Spara alla nuca dei prigionieri: il nuovo italiano che piace tanto a Bersani e al PD

dal blog informare.over-blog.it

Parliamo di Hasam Abu Omar, legato alla famiglia di Nour Dachan presidente emerito dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, la famigerata UCOII che è dietro alla costruzione di tutte le moschee italiane. La stessa associazione alla quale, solo due giorni fa, Kyenge ha promesso l’8 per 1000.  E Nour Dachan ha interessanti frequentazioni con il Pd, nel quale con altri, sponsorizza lo Ius Soli e la cosiddetta rete G2, quella delle ‘seconde generazioni’ alla Balotelli.E una delle espressioni della rete G2 è un personaggio che della UCOII – della sua organizzazione giovanile – è stato presidente: l’attuale parlamentare democratico Khalid Chaouki. Quello che vuole lo Ius Soli e il cibo halal alla bouvette di Montecitorio. Parte della attuale maggioranza di governo.E’ lo stesso Abu Omar immortalato in compagnia di Bersani ad una manifestazione romana insieme ad altri 10 “attivisti” legati al “Coordinamento dei siriani liberi di Milano”  che avevano attaccato l’ambasciata siriana

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